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AIUTI AI DISABILI: E LA SARDEGNA NON BRILLA PIU'
di MARISA MELIS
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 14 SETTEMBRE 2011
Nel nostro ambiente dei disabili tutti sanno cos’è la L.162/98. Per chi non lo sa: è una legge nazionale che dà contributi ai disabili in stato di gravità, per seguire percorsi di vita che li aiutino nella quotidianità.
Questa legge è sempre stata il fiore all’occhiello della Regione Sardegna per quanto riguarda: aiuto alla vita indipendente, un rinforzo scolastico o assistenza a domicilio dei nostri cari. Insomma contributi dati alla famiglia che sceglie quale sia il suo migliore utilizzo per venire incontro al disabile; siamo noi che scegliamo gli operatori che lavorano con i nostri figli. Il modello Sardegna 162 è menzionato come ottima prassi, tanto da essere spesso invitati nelle altre Regioni per illustrarla (e per clonarla), eccellenza, e da essere premiato a Berlino nel 2007.
Questo contributo, che deve essere poi fatturato e rendicontato sino all’ultimo euro, viene concesso in base a dei punteggi attribuiti al disabile: più è grave e più sale il punteggio. A dicembre 2010 con una delibera si sono attuati i nuovi piani dei disabili da parte dei Comuni che hanno inviato le domande alla Regione.
Rispetto al 2010, i piani in vigore nel 2011 hanno avuto una decurtazione di 14 milioni di euro con un aumento invece delle pratiche che sono passate da 27 a 30 mila. Con l’aumento del numero dei piani, i criteri di attribuzione del punteggio sono stati più restrittivi, tanto da spingere una quarantina di Associazioni ad unirsi per vedere salvaguardati i diritti dei nostri cari, abbiamo formato un Comitato.
Ci stiamo adoperando affinché capiscano in Regione che non deve esistere la compartecipazione alla spesa come richiesto nel 2012, abbiamo chiesto che ISEE non debba penalizzare il disabile, ma che si tenga conto solo del SUO reddito personale. Assurdo che la persona venga penalizzata se il familiare usufruisce dei 3 gg.di permesso retributo in base alla L.104/92; assurdo, che ogni anno, d’ora in poi il disabile debba pagare al medico di base il certificato chiamato Scheda Salute.
Tante le cose che nell’ultima delibera sono da rivedere e ci vuole spazio per illustrare. Nel mentre le cose in Giunta sono cambiate come l’Assessore alla Sanità. Sarebbe bello che la Sardegna continuasse a mostrare con orgoglio la 162/98, evidenziando che i disabili, si possono supportare con ottimi progetti degni di una Regione che, sempre si è distinta per integrazione verso le parti più deboli della nostra Società.
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